lunedì 25 giugno 2012

Nel carosello di occhi senza lame



Nel carosello di occhi senza lame
fatalmente un minimo si finge:
il fuoco muta la pietra in gioco.

C’è pietra e vento e antica fame
nel balzar d’ottoni che giunge
come canto indifferente e roco

Sussulta la sera nel rito del fuoco:
nell’intensità di battito sospinge
un levar di pelle e delle sue trame.










9 commenti:

  1. Ogni battito un microcosmo senza lama che ne scombini il ritmo.
    Ma che bravo sei Stefano e come sai incidere orme di luce!
    Complimenti,Mirka

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  2. Stefano , in ogni tua poesia si sente la presenza della tua terra. Come vorrei ritornarci anche solo per una settimana. Chissà forse in settembre...

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  3. mi mancava leggere l'eleganza e la profondità delle tue rime
    sempre volte a dipingere e tratteggiare attimi di vita genuini
    quel battito è un cuore che pulsa
    un caro saluto

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  4. il fuoco muta la pietra in gioco, in questa spesso tragicommedia del vivere, non ci tiriamo indietro dell'esserne soggiogati

    un abbraccio Stefano

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  5. Affonda nelle radici del tuo mondo, questa prosa. E lo fa con abilità e dialettica che sono note e ti sono riconosciute in bravura.
    Un caro saluto.

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  6. che bella!

    vi è molta forza, potenza e nello stesso tempo la fragilità e tutta l'incertezza dell'essere "in gioco".

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  7. ho visto un mimo, nascosto dentro il minimo (e a pelle, direi che mima un'ustione di terzo grado). ottima messa fuoco del rito tribale.

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