Il mio amico Peppe portava
con orgoglio un’ustione
sulla faccia.
La perenne abbronzatura da strada
e le poche parole concorrevano
all’inganno: lasciarsi credere straniero.
Straniero strinato.
Io, da bambino introverso, celavo,
dentro a pagine fitte di parole,
personaggi e storie di un mondo vero.
Finita la lettura, per richiami di realtà,
mi scoprivo poeta allorato.
Ci è capitato.
Ci è capitato che, per compensazione,
attuassimo i sogni dietro ad un pallone.
Vivere è saper saltare, con ridotte ustioni,
nel cerchio del fuoco
pur continuando l’innocenza del gioco.
La vita comporta ustioni in ogni caso. Alcune volte gravi, altre lievi, ma sempre ustioni. È indubbio. Con la consueta maestrìa le poni all'attenzione tra le sfumature della tua prosa.
RispondiEliminaUn caro saluto.
Il vivere "innocente" è dei geni o dei pazzi.Il genio sempre sull'orlo ma...su tutto vincente che le "sue" ustioni sono stelle che brillano e non fanno più male.Forse.
RispondiEliminaUn bacio a quel bambino,all'adulto poeta i miei più sentiti complimenti e...sempre un'evviva malgradotuttoeciononostante.Mirka
..vivere è saper saltare...
RispondiEliminaho bisogno di dare un ritocco alle mie ginocchia, poi bisognerà ricominciare..
un abbraccio stretto.
m.
(biondograno)
... è bellissima
RispondiEliminale cicatrici e ustioni che la vita ci riserva rappresentano il nostro vissuto, la nostra storia...
"vivere" dici bene è non scoraggiarsi... saper continuare l'innocenza del gioco
e le parole soprattutto quando sono così eleganti e preziose sanno essere un ottimo filo per suturare, lenire, creare e donare emozioni
un caro saluto
La trovo bella, profonda e vera.
RispondiElimina(non trovo invece il commento che ti avevo lasciato, ma non importa, il concetto era questo: meritevole, la poesia e la storia che racconta, e bravo tu!)
Ciao!
Vivere necessita - di per sé stessa - di ustionarsi, di ferirsi. Le cicatrici stesse ci confermano d'esserci stati.
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