domenica 20 maggio 2012

Il custode tende l’orecchio al grido del vento.

Il custode tende l’orecchio al grido del vento.
Dall’altro lato una madre immerge l’euforbia
nella sua acqua, senza levare lo sguardo
da un‘angoscia appena partorita.

S’incupa, il dio dei deserti, e scrive
sogni & miraggi & viaggi di sabbie.
Lava le macchie, la madre, a mano,
dallo sgomento dei mesi.

Attese le greggi dal tormento di catene
di tutte le partenze, avviluppate nell’anima,
si frammenta il riflesso (di ritorni) che langue
occulto da sussurro di passi.