Erbe d’oblio dove nasce la vertigine,
rughe di ricordo solcano le menti,
nel verminìo di baratto il cielo
si copre d’oscenità umane.
Le parole martellano su manufatti
esplorando ombre indicibili
come turbinio (di miraggi)
al sentimento insensibile.
Si schiude la terra (buia)
come ventre che ama (la luce)
divorando ombre passive
scioglie i nomi dal cristallo.