pazienza di gramigna
Le smagrite zolle
dell’orto tuo contese
a radici di pattume generoso
nel mercurio d’agosto son
sospese nel pianto di ranocchi
il tuo pregiato vino non posso bere
m’avanza la sete ma non il bicchiere
è pazienza di gramigna il mio decoro,
m’accontento di berlo dentro agli occhi
mentre sguazzo nel sudore degli asfalti
poi ti fai pioggia al rosmarino e levi effluvio
di giardino portando riverbero al mio morire
della tua acqua faccio incetta senza urgenza
in cuore
come calore di terra smossa alla semenza
come planata d’astore