Quell’enorme croce bianca, di braccia rotanti e
incedere pigro, si materializzò d’improvviso
inchiodandomi alla necessità di consapevolezza:
fu necessario il sangue di Cristo sul legno
per nobilitarne lavorazione e disegno.
Non ha altre alternative l’energia - chi destinato
a nascere isolano- che quella di pascere fierezza chiusa
alle torri che frugano pertugi fra le nubi.
Nella supremazia di verticale
di strappi e viluppi in ragione di brezza.
ricordo dei tuoi bellissimi versi in cui parlavi della costruzione imminente di queste forme eoliche per produrre l'energia , denunciandone la deturbazione che ne avrebbe subito il paesaggio. Ora che si stagliano verso il cielo creandone dei pertugi capaci di confondere il volo degli uccelli e dalla forma che richiama dolore, il poeta ne scandisce ancora una volta il battito della sua terra, forse il pianto della sua isola, lacrime di mare e di vento.
RispondiEliminanon si può lottare contro i mulini a vento - chiedere a don Chisciotte
RispondiEliminama si può farne poesia
baci
Queste torri danno e tolgono. Come giustamente osserva la tua prosa. Esse sono futuro, sfruttanto energie antiche ed eterne. Eppure, la convivenza, non si rivela affatto facile. Sono cicatrici gotiche che grattano sangue al vento.
RispondiEliminaUn caro saluto.
ah, beh, sei tornato!
RispondiEliminacon i mulini e il vento... finché la luce fu.
beh, si...è stato solamente un lungo periodo di riflessione.....
EliminaBentornato, carissimo Stefano!
Eliminac.
Grazie, amica mia...
EliminaCiao Stefano, qui non riesco a commentare, ora proverò sloggata, visto che come profilo wordpress mi reindirizza ma non mi pubblica, purtroppo il tempo è poco e certe piattaforme mi fanno imbestialire...
RispondiEliminaanche tu fai passi da gigante, quanti cambiamenti dalla prima volta che ti ho letto...è un bell'incedere con una sicurezza e una padronanza invidiabile dei versi, una bellissima voce la tua che seguo con molto piacere.
hei! stavolta ho dovuto loggarmi,cmq togli il codice chapta sono veramente una rottura
Eliminaciao, amica e sorella,
Eliminala mia voce è quella del dolore delle nostre genti e dei nostri Elementi...
il codice, appena scopro come fare, lo eliminerò...
..mi sembrava di aver già lasciato due righe..
RispondiEliminao son rinco del tutto o blogspot fa i capricci...
comunque..
amo ciò che conduce la verticale.. perchè inalza lo sguardo e verso l'alto c'è un'aria più pura..sempre.
un abbraccio..
m.
(biondograno)
sembra un canto di dolore e denuncia... ma sei riuscito comunque a fare poesia anche con le deturpanti pale eoliche
RispondiEliminaun caro saluto
Ma forse sono uno dei mali minori tra i tanti che straziano l'Isola, e le sue carni granitiche non bastano a difesa.
RispondiEliminaBen ritrovato Stefano
è un piacere sempre leggerti, difficile commentare qui,
un caro saluto