S’avvia al naufragio la vita di chi galleggia nel grumo viscoso delle paure, ancorando se stesso al rifiuto di stagioni ed emozioni; di chi ormeggia placido e insofferente nella rada arida dei giorni, rinunciando a tuffarsi nel corpo oscuro del viaggio;
s’avvia al naufragio chi censura la memoria, veleggiando fra rancori sordi e fitte repentine; chi inaridisce gli orizzonti d’azzurro e oro nel vaniloquio dell’adorazione e della cieca dottrina; chi rifiuta di cambiare rotta per trasformare un’insostenibile rimpianto in una danza di ricordi, perché non sempre la rotta migliore è la più giusta;
s’avvia al naufragio la vita di chi abbandona il viaggio alla prima tempesta, rinunciando alla gioia del tormentato approdo, quell’approdo che restituisce soffio all’amor proprio… perduto;
s’avvia al naufragio chi distrugge lo scafo prima del varo e cerca di convincere gli altri, e se stesso, dell’impenetrabilità di brume e marosi; chi non accetta consigli o soccorsi da chi ha il viaggio scavato nel volto e nelle mani;
Caliamo in mare domani, o forse già oggi, la nostra imbarcazione perché già questo vuol dire navigare e…navigare, alla fine, è meno faticoso di un infecondo sognare.
ma guarda tu cos'ho pescato nella rete, navigando navigando...
RispondiElimina: )
beh, son d'accordo con te: c'è più speranza a calare in mare (che a calare le braghe)
: ))
ergo non resta che gettarsi amare, barra a dritta, e spiegare le vele a bordo della nostra sognave...
bacioni
:)
malos